Tra passato e futuro. Il settore waste secondo Pietro Colucci

Una delle maggiori criticità del settore waste in Italia è l’eccessiva frammentazione in numerosi operatori, nella maggior parte dei casi incapaci di far fronte alle sfide competitive, sia industriali sia finanziarie. Per Pietro Colucci, Presidente ed Amministratore Delegato di Kinexia, le motivazioni sono innanzitutto di tipo storico. I primi player nazionali rispondevano ad esigenze strettamente locali ed erano di natura prevalentemente familistica. Soltanto negli Anni Ottanta, con l’arrivo delle multinazionali, il quadro ha iniziato a cambiare. La politica ha inoltre svolto, e continua a svolgere, un ruolo fondamentale.

Negli ultimi trent’anni, secondo Pietro Colucci, uno dei principali punti di debolezza è stato rappresentato da un’industrializzazione incompiuta del settore. “Il vero limite che ci troviamo davanti, è quello di uscire dall’area labour intensive del settore – costituita dalla raccolta o dalla bassa tecnologia, cioè dalle discariche – ed andare verso una sofisticazione del sistema impiantistico, che implica tecnologia, innovazione, grandi risorse finanziarie e capacità manageriale”. Occorre, insomma, investire su più fronti e puntare verso nuovi segmenti di business, nell’ottica dell’integrazione con il settore delle energie rinnovabili e dei servizi, per avviare un percorso che deve ambire alla sostenibilità ambientale per le future generazioni.

Una delle possibili strade da percorrere è, secondo Pietro Colucci, quella della crescita dimensionale dei player di mercato, attraverso la fusione di soggetti pubblici e privati per arrivare, dove possibile, alla quotazione in Borsa, con l’obiettivo di raccogliere risorse da investire per potere diventare più competitivi sul mercato internazionale.

Ma se da un punto di vista strettamente finanziario ed industriale il percorso sembra essere piuttosto chiaro, quale ruolo può avere la politica?

Il Governo potrebbe completare il processo di elaborazione della legge 152”, suggerisce Pietro Colucci riferendosi al decreto legislativo del 2006, in seguito interrotto, che introdusse le Autorità d’ambito che agiscono sugli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) e che contribuì, almeno sulla carta, a porre le condizioni per una maggiore concentrazione nei settori industriali riferibili agli Enti locali. “Occorre riordinare il settore con un quadro di riferimento normativo chiaro, in cui le imprese possano capire qual è la direzione indicata dal legislatore e dove va il mercato, per poter essere competitive”. Secondo Pietro Colucci, il Governo dovrebbe inoltre riordinare il settore sulla base di quelli che sono gli indirizzi della Commissione Europea “indicando, se possibile di concerto con le Associazioni ambientaliste e gli stakeholder, quali siano i sistemi di raccolta, trattamento e di smaltimento, per determinare i livelli di raccolta differenziata, di recupero energetico, di riciclo e recupero delle materie da inserire nel circuito produttivo da realizzare a livello nazionale”. “Questo orientamento”, prosegue Pietro Colucci, consentirebbe alle imprese di avere un quadro chiaro di investimento e di programmare allora i propri investimenti e la propria crescita e, magari, sulla base di queste considerazioni, immaginare di poter accettare le sfide individualmente oppure organizzarsi fondendosi con altri soggetti.

In conclusione, l’opinione di Pietro Colucci è che tutto abbia avvio dal legislatore Se il legislatore dà alle imprese, pubbliche e private, un quadro chiaro del futuro da qui a 20 anni, saranno poi le imprese ad organizzarsi per comprendere al meglio i loro obiettivi”.

Per approfondire la posizione di Pietro Colucci sul consolidamento del settore waste è possibile visitare il link seguente: http://pietrocolucci.wordpress.com/2014/03/06/sostenibilita-ambientale-e-consolidamento-del-settore-waste/

 

Between past and future. The waste sector according to Pietro Colucci

 One of the most critical issues of the waste sector in Italy is the excessive fragmentation into many operators, in most cases unable to cope with the competitive industrial and financial challenges. According to Pietro Colucci, President and CEO of Kinexia, there  are primarily historical reasons . The first national operators responded to strictly local needs  and they worked mainly in family structures. Only in the Eighties, with the arrival of the multinationals, things began to change. The policy always had, and still has, a key role in this.

Over the last thirty years, says  Pietro Colucci, one of the main weaknesses was represented by incomplete industrialization of the sector. “The real limit that we are facing, is to exit the labor-intensive sector – as to say the waste collection with low-tech, and  landfills – and go to a sophistication of the plant system, necessarily involving technology, innovation and great financial resources  and managerial ability. “It’s necessary  to invest on several fronts and aim to new business segments, in view of integration with the renewable energy sector and services, to start a process that should reach environmental sustainability for future generations.

Colucci says that one of the possible ways is to have bigger  market players, through the merger of public and private entities,  to arrive, where possible, to the stock-exchange listing, with the aim of gathering resources to be invested and  become more competitive in the international market.

But if from a strictly financial point of view  the industrial path seems to be pretty clear, what role can have politics?

“The government could complete the process of elaboration of the law 152,” suggests Pietro Colucci referring to the legislative decree of 2006, then  interrupted, that  introduced the competent Authorities acting on Optimal Territorial Ambits  (ATOs) and that helped, at least on paper, to establish the conditions for a greater concentration in industrial sectors,  related to local authorities. “”We need to put some order in the industry with a clear regulatory framework in which business can understand what is the direction indicated by the legislature and where the market goes, in order to be competitive.” According to Pietro Colucci, the Government should also reorganize the sector on the basis of the guidelines of the European Commission “, possibly indicating together with environmental associations and stakeholders, what are the systems of collection, treatment and disposal, in order to determine the levels of recycling, energy recovery, material recycling and recovery to be included in the production cycle to be implemented at national level.  “This direction,” Pietro Colucci says , “would allow companies to have a clear idea of investment and then to be able to plan their investments and their growth and perhaps consider  being able to accept the challenges individually or organize merging with other parties.”

In conclusion, Pietro Colucci’s opinion is that everything should start from the legislature “If the legislature gives to businesses, both public  and private, a clear idea of the future in the next 20 years, then companies will be able to work  to better understand the their goals. ”

To investigate Pietro Colucci’s position on consolidating the waste sector, please visit the following link: http://pietrocolucci.wordpress.com/2014/03/06/sostenibilita-ambientale-e-consolidamento-del-settore-waste/

Tra passato e futuro. Il settore waste secondo Pietro Colucciultima modifica: 2014-03-19T16:31:54+01:00da pietrocolucci
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